Ha iniziato a muovere i primi passi il progetto di agricoltura sociale denominato Social-Cast. Coinvolte cooperative dell’Amiata, due Università toscane e due aziende agricole che puntano anche su attività sociali
La squadra del progetto Social-Cast è al lavoro. Sul Monte Amiata sono iniziate le attività di un nuovo progetto che si muove nel solco delle attività di agricoltura sociale. Questo è denominato “Castanicoltura Sociale – Social-Cast”, si inserisce nel Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana – Bando della sottomisura 16.9 “Diversificazione attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare” – Annualità 2022, le attività sono previste dal 1 marzo al 30 novembre 2024 e si rivolge a 16 utenti che presentano varie forme di difficoltà o svantaggio. In vista dell’inizio delle attività, venerdì 16 febbraio, dalle 10 alle 13 è in programma la giornata di presentazione. L’appuntamento è nella sede del Quadrifoglio Gruppo Cooperativo.
CHI SONO GLI ATTORI DEL PROGETTO
È stata costituita una RTI (Rete Temporanea di Imprese) composta da 6 partners che sono la Cooperativa di Comunità Il Borgo di Montelaterone (comune di Arcidosso) che è anche Capofila, Il Quadrifoglio Sociale Cooperativa Sociale di Arcidosso, l’azienda agricola di Francesco Monaci che si sviluppa sui comuni di Castel del Piano e Seggiano, la società agricola Amandula (Castel del Piano), l’Università degli Studi di Pisa con il Dipartimento di Scienze Veterinarie e il DAGRI dell’Università degli Studi di Firenze. Il costo complessivo del progetto è di 183.132 euro, in parte finanziato.
GLI OBIETTIVI
L’obiettivo generale del progetto è la sperimentazione e lo sviluppo della castanicoltura sociale come strumento di diversificazione integrata nei territori montani come quello amiatino, attraverso la strutturazione di una rete integrata fra servizi sociali, soggetti della ricerca e mondo agro-rurale. In particolare, si individuano le aziende castanicole professionali e i castagneti da frutto coltivati come siti esclusivi per la sperimentazione e la diversificazione agro sociale, partendo dal fatto che i castagneti sono dei “boschi parco” adatti anche al “forest bathing” e quindi altamente idonei all’accoglienza inclusiva dei soggetti svantaggiati; per i castanicoltori, invece, è fondamentale diversificare le fonti di reddito, proprio per il mantenimento della loro attività, a seguito delle problematiche produttive determinate dai cambiamenti climatici.
“Questo progetto – spiegano gli ideatori – prova ad inserire ed integrare alcune aziende agricole castanicole nel comparto dell’agricoltura sociale a supporto della rete dei servizi e del territorio. Questo sarà possibile farlo solo se si riesce a valorizzare maggiormente la castanicoltura da frutto da un punto sociale ed economico. Non meno importante è promuovere modalità innovative d’inclusione di soggetti a più bassa contrattualità che vivono sull’ Amiata e favorire la crescita del sistema d’impresa castanicolo, anche attraverso la diffusione di attitudini imprenditoriali orientate verso la responsabilità sociale e l’attenzione nei confronti del territorio e delle sue risorse (paesaggistiche, umane, immateriali e culturali)”.
In maniera ancora più specifica l’obiettivo è incrementare tra i soggetti partecipanti l’autonomia, le abilità relazionali e manuali, potenziare le competenze comunicative, cognitive ed espressive della persona.
“I ragazzi sono stati individuati grazie a un lavoro sinergico tra servizi sociali che operano sul territorio e le due cooperative amiatine – commenta Giovanni Alessandri, tecnico di Agricis -. Saranno divisi in due gruppi e avranno la possibilità di avvicinarsi alle attività agricole che riguardano la castanicoltura. Lo faranno con l’aiuto dei castanicoltori e di educatori professionali. Per i castanicoltori si tratta invece di relazionarsi con attività per certi aspetti nuove e allo stesso tempo complementari al lavoro classico”.